Zanzara tigre? No, grazie!
Sarebbe preferibile che non ci pungessero…
…perché possono veicolare malattie pericolose per l’uomo (febbre Chikungunya, febbre Dengue, febbre West-Nile, febbre Zika e forse altre) e per il cane (Dirofilariosi) poiché la femmina si nutre del sangue di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi. La trasmissione delle malattie avviene perché succhiando il sangue di persona o animale infetto può assorbire agenti patogeni che inocula alla “vittima” successiva. Secondo l’ISS (23.01.2020) non risultano però casi di trasmissione di SARS-CoV-2, il virus responsabile del Covid-19.
In data 07.05.2021 la Sindaca ha emesso L’Ordinanza n. 79/2021 (Provvedimenti per la prevenzione ed il controllo delle malattie trasmesse da insetti vettori ed in particolare della Zanzara Tigre nel territorio di Roma Capitale [Aedes albopictus]) al fine di contenere la diffusione della zanzara tigre (qui per scaricare il .PDF). Leggiamo insieme i punti che Roma Capitale mette in risalto:
– non abbandonare oggetti e contenitori dove possa formarsi raccolta di acqua stagnante;
– coprire i contenitori dove potrebbero formarsi ristagni e mantenere in efficienza gli impianti di raccolta delle acque. Svuotare frequentemente recipienti di uso comune come sottovasi, piccoli abbeveratoi per animali domestici, annaffiatoi e simili;
– trattare le acque nei tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta, utilizzando idonei prodotti antilarvali. Sono da privilegiare prodotti biologici o ecologici registrati e autorizzati dal Ministero della Salute. I proprietari delle aree possono eseguire direttamente il trattamento o avvalersi di imprese specializzate.
Quest’ordinanza è rivolta ai privati, ma le amministrazioni pubbliche come devono comportarsi?
È noto che l’habitat della zanzara tigre sono le zone erbose (siepi, erba alta, cespugli) e mentre in primavera l’attività è piuttosto bassa, d’estate la diffusione è al massimo (lo sviluppo è da Aprile a Ottobre). Pertanto il verde pubblico dev’essere tenuto basso.
La sua facile diffusione è dovuta al fatto che sono sufficienti piccolissime raccolte d’acqua per il suo sviluppo. Mentre gli spostamenti possono arrivare a poco più di un centinaio di metri dal focolaio di sviluppo.
A Cesano, dove gli spazi aperti sono tanti e i luoghi abbandonati abbondano e il verde pure e il servizio pubblico scarseggia, il privato deve, oltre alla cura del verde, considerare quali recipienti possono diventare luoghi di posa di uova e sviluppo di larve, pupe e adulti: sottovasi;
– recipienti per fiori recisi, piante in radicazione o in idrocoltura;
– bacinelle, giocattoli, barche, secchi, piccoli recipienti, bottiglie, barattoli ecc. lasciati alla pioggia;
– fusti, bidoni e cisterne di raccolta delle acque presenti negli orti e nei cantieri;
– sacche d’acqua che si formano nei teli di plastica lasciati all’aperto;
– pneumatici usati stoccati all’aperto;
– caditoie, pozzetti e griglie di scolo dotate di sifone;
– vasche ornamentali prive di limitatori naturali (es. pesci);
– abbeveratoi poco o scarsamente utilizzati;
– grondaie otturate;
– piscinette e WC in disuso.
Ma anche al chiuso la zanzara può cogliere l’occasione di utilizzare l’acqua stagnante delle nostre piante da interni e, addirittura, nella vaschetta di raccolta dell’acqua della macchine del caffè espresso, se non svuotata quotidianamente.
red. 09.05.2021
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