XV Municipio. Lo strano caso del M5s: i candidati che sorgono dal nulla
Nuovi volti della politica locale, nuovi programmi elettorali e proposte che possano migliorare le sorti del XV Municipio. Come da tradizione, il copione in fase elettorale prevede ondate di candidati dubbi, mai visti a far politica concreta su strada, volti che difficilmente avremmo immaginato alla guida del Municipio. Dal canto loro, è sempre una nota positiva il confronto fra candidati sì distanti, ma che rappresentino parti politiche preparate e costantemente incentrate sul territorio e le sue criticità. È indice di uno spirito democratico, ma soprattutto permette un rafforzamento delle rispettive parti politiche, grazie ad un esame delle debolezze su cui il partito deve intervenire. Una corretta politica dunque, che accoglie le differenze e le valorizza indirizzandole congiuntamente verso il benessere dei cittadini. Così è stato in questi ultimi tre anni nel XV Municipio.
Quando invece a prender parte al tavolo municipale sono candidati che, come sta avvenendo, s’improvvisano a portavoce senza alcuna presenza fisica sul territorio in questi anni, allora sorgono dei dubbi sulle loro effettive motivazioni. È la situazione che si profila al ballottaggio del 19 giugno, dove Daniele Torquati, attuale Presidente di Municipio, volto noto dell’amministrazione del XVesimo, dovrà scontrarsi con il neo candidato del Movimento 5 stelle, Stefano Simonelli, mai palesatosi prima sul territorio (eccezion fatta per gl’infopoint). Cosa c’è di strano in questi risultati, visto il successo dell’“ondata romana” in tutta la Capitale?
Forse il fatto che prima delle elezioni amministrative 2016, Stefano Simonelli fosse un perfetto sconosciuto agli elettori. Militante come coordinatore e referente logistica del M5s nel XV, certo, ma mai presente concretamente alla vita politica del territorio che ora intende rappresentare. Nei trascorsi anni di politica municipale, al contrario, è stata Maria Teresa Zotta ad incarnare lo spirito “pentastellato”, in modo ammirevole, senza scorrettezze, coadiuvando spesso l’operato del Presidente Municipale. Ora che la Zotta si è candidata al Comune (carica che, qualora Virgina Raggi vincesse al ballottaggio, ricoprirebbe come consigliera) serve un nuovo volto per il Movimento. Peccato che prima di queste amministrative, nessuno lo avesse mai sentito nominare nel XV Municipio.
Ad eccezion fatta di qualche comparsata in fase elettorale, come per esempio a Prima Porta con l’appuntamento indetto dal Comitato 31 gennaio, Simonelli non si è mai esposto nel dibattito pubblico locale, non ha mai messo la faccia in appuntamenti con gli altri candidati per il bene degli elettori. Mai emesso un comunicato stampa su testate locali, mai una nota a sua firma in questi tre anni.
Perfino il suo account facebook risale aggiornato a pochi giorni fa. Più che un politico, sembra semplicemente un appassionato trovatosi svogliatamente a ricoprire un ruolo pubblico. Un fantasma municipale, che ora però pretende di rappresentare il territorio. E lo fa, tra l’altro, con metodi che fraintendono il senso della politica “nata dal basso”.
“Politica dal basso” vuol dire che non è l’elettore che deve visitare la pagina facebook per conoscere le proposte del Movimento, ma è il Movimento stesso che deve rispondere ai suoi dubbi, tantopiù se è l’elettore che inoltra una mail per sapere cosa il candidato ha da offrirgli.
“Partire dal basso” (che ricordiamo, insieme al principio di trasparenza e di rispetto per la legalità, è uno dei “credo” della politica 5 stelle), vuol dire scendere in strada, metterci la faccia.
Partire dal basso vuol dire seguire quotidianamente le persone, aiutare ed ascoltare giorno per giorno i cittadini, accogliendo i loro dubbi e trovando loro delle risposte concrete. Andare incontro agli elettori oltre lo streaming e le conversazioni sui gruppi facebook. Non ricordiamo nel XV Municipio che qualcuno lo abbia fatto, a parte la Zotta.
Spinti da spirito civico o chissà quale altra motivazione ideologica, però, i candidati 5 stelle al XV Municipio ci provano, ci credono, tentano la sfida nella speranza di sedere in Consiglio (rigorosamente dopo essere eletti) e dire la propria. Persone che pretendono di conoscere le dinamiche che imperversano in un territorio frammentato e problematico come quello di Roma Nord, senza mai averlo seguito in prima persona.
Candidati a 5 stelle che sostengono di conoscere il territorio ma che, però, si perdono lungo la strada. Come avvenuto domenica pomeriggio, 12 giugno 2016, nell’incontro a Cesano con Alessandro Di Battista: sul volantino diffuso dal Movimento il luogo dell’appuntamento risulta una chiesa inesistente, confondendo la Chiesa di San Sebastiano in via della Stazione di Cesano con quella di San Giovanni Battista che si trova al borgo. Il che la dice lunga su come il Movimento viva questo territorio. Forse ritengono Google Maps un strumento proficuo per farlo. Ma fallace e grossolano, così come la loro comunicazione.
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