Cesano di Roma

SUCKER PUNCH

SUCKER PUNCH

SUCKER PUNCH
ottobre 17
18:05 2011

5 belle ragazze che in mise provocanti, con pistoloni e spade affrontano terribili battaglie e ne escono "coattamente vincenti"…magari si trattasse solo di questo! Sucker Punch infatti, si presenta come uno dei tanti film commerciali, dove la violenza è compiuta da donne che sanno il fatto loro, ma dietro questa facciata vi è un film sorprendente, profondissimo, che viaggia a cavallo tra reale, inconscio e subconscio. Ad arricchire tutto questo, delle musiche evocative, come quelle dei Jefferson Airplane e Bjork: da vedere! 

Incredibile! A questo bel gruppo di signorine non avrei dato assolutamente, nemmeno un euro! Mi aspettavo un film d’azione banale e vuoto, con molti effetti speciali e zero morale e invece mi ha piacevolmente sorpreso!
Siamo negli anni ’50 e in una bella casa, la mamma di due bimbe muore “accidentalmente”; accanto al letto di morte, il patrigno che con un ghigno volge lo sguardo alla più grande, Babydoll. La ragazza capisce che la morte della madre non è stata casuale e intuendo le mire del patrigno sull’eredità fa di tutto per ostacolarlo. Nella rissa che scatta, Babydoll uccide per errore la sorellina e il patrigno, cogliendo l’occasione al volo, rinchiude la ragazza in un manicomio, dove pagando, manipola la sua cartella clinica e riesce a condannarla alla lobotomia.
Arriva il giorno della lobotomia e Babydoll è seduta davanti al medico, quando in un secondo, lo scenario cambia e la clinica è un bordello elegante, in cui le ragazze sono le attrazioni e Babydoll è la nuova arrivata. Babydoll decide che vuole scappare da quel posto, ma per farlo deve stare al gioco, almeno per un po. La signora che “istruisce” le ragazze convince Babydoll a danzare e mentre la ragazza si fonde con la musica, avviene quello che chiamo il 1°RISUCCHIO(dal titolo che a mia modesta traduzione può voler significare:’forza risucchiante’ riferita all’effetto della danza di Babydoll). Babydoll è ora in un tempio, dove un monaco le dona quelle che saranno le sue armi per combattere e conquistare la libertà dal bordello/manicomio: una spada e una pistola. Le dice inoltre che le serviranno 5 elementi: una mappa, il fuoco, un coltello, una chiave e un quinto elemento ignoto. Da qui Babydoll torna al bordello e convince altre 4 ragazze a seguirla: Amber, Blondie, Rocket e Sweetie. Il gruppo è nei risucchi una forza militare addestrata per compiere missioni, in ciascuna delle quali, ciascuna ragazza ha il compito di conquistare uno dei famosi elementi citati dal monaco. Le 5 guerriere però riescono a recuperare solamente fino al terzo elemento, poi i loro piani vengono sconvolti dall’intervento dell’inserviente/pappone Blue Jones.
Uscito quest’anno sotto la regia di Zack Snyder e la sceneggiatura di Steve Shibuya ha come protagoniste: Emily Browning (Babydoll), Abbie Cornish (Sweetie), Jena Malone (Rocket), Vanessa Hudgens (Blondie) e Jamie Chung (Amber).
Il film è sfaccettato su tre piani di realtà: il primo, quello di partenza nel manicomio; il secondo, nel bordello e il terzo, nei vari scenari guerriglieschi. L’intero film viaggia tra realtà, inconscio e suboconscio; quelli di una ragazza che, per sfuggire a un grande dolore e a un enorme senso di colpa, si rinchiude in un mondo tutto suo, proteggendosi cosi dall’affrontare il tutto. Anche i ruoli giostrano e non sono affatto scontati; ruotano senza sosta e su ciascun piano di realtà acquistano diversi significati. Il monaco, per esempio è il saggio e la guida che in ogni guerra è il comandante delle ragazze; l’inserviente è l’antagonista, “la sveglia” che rompe il sogno e la dottoressa è matrona, insegnante, quella che viene manipolata in tutti e 3 i livelli…forse rappresenta proprio lo spettatore, preso in giro e schernito dal regista.
Ad abbellire la pellicola sono senza dubbio le musiche, tra le quali cito i Jefferson Airplaine, i Nirvana e Bjork e l’uso degli effetti speciali usati senza ritegno in ogni singola scena, che proiettano il film anche in una dimensione da videogioco, dove le superfici sono morbide e non feriscono i protagonisti alle loro cadute.
Un film che ha, insomma, un po di tutto dal drammatico, al fantasy; dove vengono trattati concetti come il ‘metatheatre’, ovvero il teatro nel teatro e ‘l’homo faber’, con profondità e originalità. Dove le credenze sul Fato vengono sfidate e messe a dura prova da un, a mio parere, consiglio non richiesto del regista, o chiave di lettura moderna della vita: l’uomo non deve arrendersi anche se i tempi sono duri, deve lottare e fare suo, il potere di cambiare il corso della propria esistenza. So che a parole questo concetto è tutt’altro fuorché moderno(esiste da secoli!), ma il senso profondo arriva, per chi come me vive questi periodi con estrema fatica e un senso di sfiducia profonda.
CURIOSITA’.
Fate attenzione perché ci sono molti simboli e in parecchie scene c’è da tenere a memoria alcuni oggetti e notare frasi che snocciolano un intero modo di lettura della pellicola. Qualche esempio:
– ‘Andiamo nel teatro’, frase detta dall’inserviente che introduce Babydoll nella sala comune delle folli, che anticipa quindi il secondo livello di realtà;
-Sweetie sfotte lo spettacolo che sta mettendo in scena con le altre (che è poi il primo livello di realtà) e vuole mostrare al pubblico(nel film o a noi?) qualcosa di più commerciale (spari, esplosioni…azione! che è poi il terzo livello!)
-il monaco da a Babydoll una pistola, arma con la quale ha ucciso la sorellina, come a volerla usare per riparare al danno commesso e sulla pistola sono appesi 4 pupazzi, tra i quali ricordo un coniglio rosa, che sarà poi lo stemma di Amber nel 1° risucchio!

In sostanza ho metabolizzato il film come un ‘non ti arrendere, fatti forza e credi in te; tutto si risolverà’, perciò consiglio vivamente la sua visione, magari può trasmettervi la medesima speranza che ha trasmesso a me.

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