Cesano di Roma

Finalmente il noto social network ha deciso di mettere un po’ d’ordine, evitando di conteggiare quali membri di un gruppo coloro che, a loro insaputa, sono stati invitati a iscriversi e non hanno confermato tale iscrizione.

Quanto più grande è il gruppo, più rilevante potrebbe essere il calo, perché a proporre nuovi soci, nei gruppi consolidati, sono di solito gli altri membri. Abbiamo osservato che gruppi con 5.000 membri possono subire un calo di poche centinaia: il 4% degli iscritti risultanti inattivi o invitati a vario titolo non confermati ha tutta l’aria di essere una percentuale più che ragionevole.

Ma cosa succede quando questa percentuale è di oltre il 40%? In casi del genere, c’è certamente qualcosa che non va.

Non ci piove: il gruppo con 200 iscritti, che il giorno dopo diventano 120 perdendone 80 in un sol colpo, ha inoltrato a suo tempo troppi inviti a persone che non hanno aderito. Un errore che può aver creato l’amministratore o un moderatore o un membro particolarmente interessato a far crescere il gruppo velocemente. Be’, un errore? No, perché fino a poco fa era la prassi.

Ciò che colpisce è leggere proclami su quanto è cresciuto il gruppo in breve tempo e quindi su quanti sono i suoi membri iscritti. Ma iscritti a cosa? Ovviamente al gruppo virtuale, non ad altro. Dunque, chi volesse far credere nella bontà di una veloce crescita del gruppo X – che rappresenta un partito, un’associazione, un movimento, un comitato, una commissione, una pro loco, un fan club ecc. – confondendo gli iscritti virtuali con quelli reali, be’, allora o quell’amministratore è in malafede oppure non conosce i social; entrambe possibilità che potrebbero solo che danneggiare il gruppo nella vita reale.

Cari amministratori di gruppi che esistono nella vita reale, è opportuno fare i passi come si deve: prima si trovano gli iscritti veri, con tanto di carta di identità e firma, poi si invitano quegli stessi a farne parte anche del mondo virtuale, filtrando pure i profili fake.

red. 20.01.2019