Cesano di Roma

Racconti cesanesi: i ricordi da bambina di Gloria Trita

Racconti cesanesi: i ricordi da bambina di Gloria Trita

Racconti cesanesi: i ricordi da bambina di Gloria Trita
marzo 14
15:41 2022

Gloria ha pubblicato sui social un bellissimo racconto che vi riproponiamo qui di seguito con una galleria di immagini dei luoghi:

Cesano… quante storie!

Inizio a passeggiare, con i miei quarant’anni addosso, stringendo nella mia mano la piccola manina del mio bimbo arcobaleno, mio figlio di ormai cinque anni, Nathan. Con passo deciso e veloce superiamo alla nostra destra un autobus fermo al capolinea, il vecchio ambulatorio del dott. Santi ed a sinistra la nostra bella scuola, purtroppo ancora pericolante, e subito dopo, rivolgendogli unʼintima preghiera, il Crocefisso.
Qualcosa sta cambiando, tutto ad un tratto sentiamo sotto ai nostri piedi che la strada è cambiata, inizia una distesa di sampietrini… siamo allʼentrata del vecchio Borgo di Cesano.

La mia attenzione viene catturata da una bambina magrolina, forse di 8- 9 anni, con capelli lunghi castano scuro ed un gran bel sorriso che correndo per la strada del Borgo mi fa cenno con la sua mano di seguirla. Sobbalzo, mi guardo intorno con la vista un poʼ sfuocata come quando il sole cocente riflette sullʼasfalto, faccio un gran respiro profondo ed inalo dentro di me unʼaria diversa, pulita e leggera. Attratta dalla bambina, così felice di vedermi, decido di seguirla… decido di seguire quel gesto che quella manina mi ha fatto affinché io la seguissi. Così accelero il passo ma la piccola rallenta ed inizia a camminare lentamente indicandomi con le manine dove guardare come fanno le guide più esperte con i turisti spaesati. Così, tre metri dietro di lei, prendo il suo passo ed inizio a guardare alla mia destra come da lei indicato.

Mi fermo, mi volto e vedo la casa padronale che fu dei Silj dove mio padre, mia zia ed i miei nonni vi abitarono quando mio padre era piccolo. Una casa incantata, mi raccontava mio padre, magica e misteriosa di giorno ma spaventosa di notte avvolta da rumori lontani ed ombre immaginarie.
Distolgo lo sguardo da quelle antiche mura cercando di nuovo la bimba ed eccola lì, davanti ai miei occhi, pochi passi più avanti.

Mi stava aspettando, in religioso silenzio, attaccata ad un cancelletto posto alla mia sinistra, mi avvicino per vedere su cosa si erano posati i suoi tristi occhi e per quale motivo le fosse scomparso dal volto il suo bel sorriso. Di fronte a me vedo, racchiuso in uno spazio molto curato, il Monumento ai Caduti. La malinconia entra dentro di me… ti ricordo nonno mio… Mariano… la guerra in Russia, tornato dopo tanti anni di prigionia. Fortunatamente ritornato ma con gli occhi cambiati da tutto quello che un giovane ragazzo, con la paura nel cuore, aveva visto e subito ma che nonostante tutto è di nuovo a casa.

Purtroppo quel monumento è proprio lì per ricordare chi dalla guerra non è più tornato e mentre ripenso ai racconti di mio nonno della guerra e della sua disumana prigionia la bimba mi tira la maglietta, scuotendomi, per continuare a seguirla.

Davanti a me vedo che saluta due anziane persone che si affacciano da una bassa finestra vicino alla strada. Osservo e la mia voce esce da sola pronunciando… ciao zia Pia, ciao zio Aldo.

Non ho tempo di realizzare e razionalizzare ciò che la mia bocca aveva appena pronunciato che la bambina ricomincia a correre. Penso a quanto sia tenera questa bimba con quelle gambe lunghe e magre magre… ma quanto corre!

Così allungo anche io il passo e correndo mi indica a destra il vicolo che porta a piazza Padella, profumata dallʼodore del buon pane e dei dolci appena sfornati dal forno di Alessio ed a sinistra la rinomata macelleria e norcineria di Lilli.

Corre ed io dietro di lei, trascinando il mio povero figlio ed incitandolo a correre ancora, la vedo salutare il barbiere e giornalaio Otello e la signora Lidia della merceria ma all’improvviso… scompare dietro ad un alto muro sulla sinistra.

Vado avanti frettolosamente, ansimando, ed eccola lì arrampicata a bere l’acqua della vecchia fontana. La sua espressione così appagata spinge anche me a bere un bel sorso di quell ́acqua cristallina, buonissima ma… freddissima.

Poi la piccola si asciuga la bocca con la sua magliettina rosa, saluta a sinistra Ivana, fuori dal suo negozio di alimentari vicino alla posta, e passando davanti alla meravigliosa chiesa, gremita di persone in attesa di entrare per la messa imminente, corre veloce veloce giù per la discesa.

Dice ciao a zia Maria, seduta sul pianerottolo della sua casa, e poi, con aria dispettosa, si affaccia e saluta Fiorentino nella sua piccola bottega tra le tante scarpe da riparare accatastate alla rinfusa, o ordinatamente riposte su vecchi scaffali quelle già riparate. Il ciabattino seduto su un piccolo sgabello davanti al banchetto di lavoro, ricolmo dei tanti attrezzi del mestiere che riportano i segni del tempo e del lungo impiego, le fa un gesto con la mano sorridendole e subito riprende, con rinnovato impegno, il suo laborioso e prezioso lavoro tra il profumo della cera, della colla, del lucido e del cuoio.
Continuo ad osservarla ma corre e poco più avanti si ferma e disegna con la polvere un gran cuore davanti ad una porta chiusa. Aspetta le dico, mi avvicino ed anche io disegno un altro cuore perché li, per anni ed anni, cʼera stato un negozio di alimentari dei miei bisnonni e poi dei miei nonni Giulio e Piera.

Dopo questa piccola sosta, improvvisamente, la bimba riprende a correre velocemente e con il sorriso sulle labbra scende dei gradoni che portano a Via della Fontana Secca per poi salire, a due a due delle scale, su su fino ad un patio di una modesta casa sulla sinistra. Mi fermo e vedo la bimba che abbraccia felice una signora un po’ grassottella, con il viso sereno e gioioso, seduta al fresco accanto a suo marito. Un signore robusto che sta seduto tenendo le mani ed il mento appoggiati al suo fedele bastone, un volto apparentemente burbero e serioso ma con degli occhi che lasciano intravedere un cuore immenso.

Inizio a tremare, la seguo, salgo le scale e… lì ci sono i miei nonni! Nonna Peppa e nonno Mariano nella loro casetta con il piccolo bagno esterno. Così incredula ed emozionata guardo mio figlio, che in tutte queste corse mi ha seguito senza chiedere nulla, che si siede in silenzio su uno dei gradini e poi mi dice: vai mamma io ti aspetto qui.

Prendo un bel respiro e fremendo vado incontro ai miei nonni e li stringo forte, forte, molto forte respirandoli a pieni polmoni.

Distratta da un vortice di emozioni non penso alla bimba che mi aveva portato fino a qui. Dopo aver abbracciato mia nonna sento dei gridolini provenire dallʼinterno della casa. Senza pensarci troppo entro e subito mi assale e avvolge l’odore inconfondibile ed indimenticabile della casa di nonna e qui trovo quella bimba che mi guarda, mi sorride e mi dice: ti ricordi di “TE”? ….io sono Gloria. Un brivido mi attraversa tutto il corpo, stento a crederci, ma la “io” di tanti anni fa era proprio lì davanti ai miei occhi pronta a togliere la polvere, con spontaneità e dolcezza, dai miei ricordi. Sono emozionata ma pronta ed orgogliosa, mi siedo sulla sedia davanti alla stufa a legna e subito mi raggiungono nonno e nonna, tutti felicemente riuniti intorno al tavolo della cucina.

In questo momento magico decido di sfruttare questa occasione irripetibile per vivere di nuovo quei momenti che ormai da troppo tempo erano, purtroppo, rimasti impressi solo nel mio cuore. Così, con la voce tremante, dico: nonna bella, Peppona mia, che mi racconti? Sospirando le dico ancora: Cesano… quante storie! E lei: bella di nonna, Cesano è sempre stato il nostro bel paese anche se prima non cʼerano tutte le comodità che ci sono adesso. Quando ero giovane io ci ritrovavamo, con le altre donne del paese, giù al fontanile che sta alla fine di questa discesa, a lavare i panni ed a prendere quellʼacqua fredda per le faccende di casa. Sai, ai tempi nostri, noi partorivamo a casa assistite dalla signorina Glori, la levatrice del paese, ed io, poi, ho fatto da balia a tante creature ed ho dato il mio latte a mezzo Cesano con tutta lʼabbondanza che avevo.

Le senti queste campane che suonano? Mi domanda nonna e continua dicendomi: pensa che adesso è tutto meccanico, suonano da sole, ma prima non era così perché cʼera il campanaro che le suonava a mano con delle corde sotto il campanile. Sai chi era il campanaro? Era mio fratello, tuo zio Dino. Così penso dentro di me che è tutto vero e mi ricordo questi racconti, nonna bella… la polvere sta piano piano scomparendo dalla mia mente, che meraviglia!

Ho ancora fame di sapere, di ricordare, di vivere ancora loro, di rimanere lì immersa nel profumo di casa di nonna e di ascoltare ancora la sua tenera e amorevole voce. Dai nonna, le dico, raccontami ancora di questo bel paese e di come era prima. Bella di nonna, prosegue dicendomi: questo paese era tutta una famiglia, ci conoscevamo tutti e tutti aiutavano tutti, i ragazzini giocavano tranquillamente in strada perché non cʼerano tutte queste macchine e poi cʼera lʼoratorio sempre aperto. I ragazzini giocavano a nascondino, a campana, a palla e se combinavano qualche piccolo guaio cʼera sempre qualcuno che li riportava a casa tenendoli per lʼorecchio, racconta sorridendo nonna. Un paese tranquillo, abitato da soli cesanesi, dove si lavorava tanto. Vedi le mie mani come sono ridotte? Io andavo tutto il giorno a lavorare nei campi e nonno al cantiere. Eh, bella di nonna, esclama lei proseguendo: ai tempi nostri non avevamo molto ma lʼamore dentro casa non mancava mai e le famiglie erano tanto numerose perché si facevano tanti figli e Cesano era pieno di gioventù, invece, adesso, sembra un paese abbandonato e, con tanti forestieri, non riconosco più nessuno. Lʼunica cosa, continua impaurita, dovevi stare attenta, se uscivi di notte con la luna piena, ai lupi mannari… e quelli se li incontravi dovevi scappare perché erano cattivi. Così sorrido dicendole che lei è sempre stata una gran fifona e su questa mia affermazione vedo nonno che sghignazzando muove il capo come per dire: fifona a dir poco. Sospira nonna e dice: noi comunque non ci possiamo lamentare, avevamo un casa umile ma che ci ha permesso di crescere tre figli serenamente, certo prosegue, tuo zio Daniele, mamma mia, aveva il diavolo in corpo e quanto mi faceva arrabbiare, spesso scappava da scuola e pensa che faceva pure il chierichetto e ai nostri tempi cʼera Don Giulio, per niente tenero, ma tuo zio quante gliene ha combinate, poverello. Invece tuo zio Arnaldo era più posato e responsabile, un figurino e poi cʼera tua madre una figlia tanto brava ma impunita e già con il suo bel caratterino… Ma di che ci vogliamo lamentare ci hanno sempre riempito d’́amore fino alla fine ed oltre.

Mentre ascolto felice ed ancora incredula i racconti di nonna mia… sento una vocina che mi chiama da fuori: mammaaaaaa… andiamo mi sono stancato di aspettare!!! Guardo negli occhi mio nonno, la piccola me e mia nonna sapendo che sarebbe stata lʼultima volta che li avrei visti e, con un poʼ di malinconia, mi alzo dalla sedia, abbraccio forte mio nonno e gli dico allʼorecchio che gli voglio tanto bene, do un pizzicotto sulla guancia alla bimba, la me di tanto tempo fa, ringraziandola e poi abbraccio la mia Peppona, la mia seconda mamma. Mentre la abbraccio lei mi sussurra: sono felice che tuo figlio è bello ed in salute. Sono andata via lasciando la mia vita per la sua e, da lassù, ho visto che la pancia cresceva bene e che, finalmente, avevi partorito un bel bimbo, piccoletto, ma che adesso è una roccia. Lì, con le lacrime agli occhi e giù nelle guance lʼho stretta ancora più forte e le ho detto grazie, nonna mia, sei sempre dentro di noi.

Mi asciugo gli occhi e metto un rassicurante sorriso sulle labbra perché non voglio che mio figlio legga la malinconia che provo e, senza voltarmi, esco dalla porta… vado incontro a Nathan, lo abbraccio, lo prendo per mano, scendiamo le scale giocherellando e gli dico: andiamo amore mio è ora di ritornare a casa.

Arrivati in piazza non ho più la vista offuscata e respiro un’aria diversa, non vedo più quella bimba che corre e non ci sono più quei negozi e quei volti che conoscevo. Siamo io, con i miei quaranta anni sulle spalle, con in mano il mio gioiello Nathan ed il Borgo di… adesso. Guardo mio figlio e gli dico con tanta malinconia: amore mio, Cesano…. quante storie. Mio figlio mi guarda con gli occhi di chi sa già tutto… mi abbraccia e mi dice: torniamo a casa nostra, mamma. Si, amore mio, ma siamo già “RITORNATI”!!!

Gloria Trita

A seguire alcuni dei commenti degli abitanti che Gloria ha gradito, infatti, ha scritto:

«Ringrazio tutti sono ricordi ero una piccola bambina… ma tante cose impresse nella mente come fotografie… Grazie a tutti di cuore
Grazie a tutti… Sono felice di avervi fatto rivivere alcuni momenti del nostro bel Paese.»

  • Alessandra: Complimenti Gloria, io che amo tanto Cesano mi ci sono molto ritrovata; bravissima, è cosa assai rara specie di questi tempi avere la capacità di saper raccontare e sprigionare emozioni!!!
  • Barbara: Mi hai fatto piangere!!! Descrizione perfetta grazie Gloria!!! Ho immaginato tutto e come te l’ho vissuto il nostro amato paese!!!
  • Germana: Bellissima descrizione paesaggistica e bravissima tu. Mi hai fatto emozionare.
  • Letizia: Gloria veramente un racconto stupendo… i tuoi nonni li ricordo perfettamente anche io, Peppa ogni tanto a pranzo la domenica con noi, si sedeva vicina a Zia Maura quante risate ci faceva fare con i suoi racconti. Giulio e Piera, ci andavo sempre a piedi con mia nonna Lilia a fare la spesa e ricordo benissimo le caramelle Mou, la cioccolata al taglio e le sottilette di cioccolato… tutte cose da bambina ma ottime… mi sembra ancora di vedere quel negozietto col suo profumo inconfondibile e quel bancone che mi sembrava così alto per me!! Ricordo anche le altre persone che hai citato e mi permetto di aggiungere il negozietto di Carmela e la cartoleria di Marietta. Quanti bellissimi ricordi. Un bacione Gloria e complimenti davvero.
  • Ale: Un racconto emozionante che tocca il cuore Bravissimaaaa!
  • Samantha: Mi hai fatto rivivere la mia infanzia!
  • Laura: Complimenti Gloria, bellissimo e toccante racconto.
  • Maria Grazia: Mi ha commosso, mi e ritornata in mente tutta la mia infanzia: bei ricordi, i miei nonni abitavano a piazza Padella, mi ricordo ancora il profumo che veniva dal forno di pizze di Pasqua.
  • Alessandra: Bellissimo racconto, cose bellissime dette e fatte; anche io ho vissuto Cesano con gioia perché quando ero piccola c’erano cose che adesso sono bei ricordi.
  • Paolo: Ricordo benissimo ogni persona che hai menzionato, penso sempre sia un privilegio aver vissuto quell’epoca che purtroppo è finita.
  • Gisella: Bellissima storia delle persone di Cesano. Grande!
  • Marco: Per noi, che in quei vicoli ci siamo cresciuti, hai riaperto un cassetto pieno di ricordi. Grazie!
  • Loredana: Bellissima e commovente è proprio così la storia del nostro bel Paese; grazie Gloria.
  • Maria Novella: Complimenti Gloria!! Ho percorso insieme a te, Nathan e la piccola Gloria le vie del Borgo, sei riuscita a farci entrare nel tuo racconto, veramente molto bello, complimenti.
  • Raffaele: Brava io non sono di Cesano ma sono tanti anni che sono qui ed ho conosciuto tutte le persone che hai menzionate; certo erano altri tempi però ricordarli fa sempre bene!
  • Elena: Grazie cara Gloria di averci fatto rivivere la nostra bella e cara gioventù, io abitavo vicino ai tuoi nonni ma d’altra parte nel nostro caro Cesano eravamo tutti una famiglia… e mi e’ dispiaciuto tanto trasferirmi in un altro paese, Tarquinia, per lavoro, ma il ricordo del mio paesello mi è rimasto nel cuore… Grazie grazie…
  • Giorgio: Bellissima e commovente.
  • Anna: Complimenti… tutto vero… io che sono un po più grande ricordo… tanti negozi… cartoleria Marietta… mangimi con Palma… alimentari… Carmela e la sua ferramenta… i bar… le frutterie il negozio di casalinghi di Vincenza… …
  • Antonella: Anche se non ho vissuto Cesano come la maggior parte degli abitanti veraci, ho dei ricordi dei miei primi anni lì, non sempre piacevoli, ma anche con nostalgia di tempi passati e persone conosciute, che poi una volta cresciuta e ritornata a vivere in questo paese, ho ritrovato e anche risanato ferite profonde che erano iniziate lì e poi, però da lì ho potuto in qualche modo ripartire e mettere un punto al passato anche se doloroso. Mi ha emozionato. Tutto iniziò da lì è tutto è ritornato lì per chiudere un capitolo, un pezzo della mia vita e anche se ormai sono quasi tre anni che non vi abito più (ma torno per amici e parenti) leggendo questa bellissima storia, un po’ di nostalgia l’ho avuta.
  • Luciano: Bellissimo racconto di una realtà che qualcuno ha avuto la fortuna di poter vivere, ricordo i tuoi nonni, mi hai fatto ripensare ai miei, Salvatore Ginesi e ‘zia Elvira’, e poi la nostra Comare Clori. Grazie e tanti complimenti!
  • Francoise: Che bello che era abitare a Cesano. Che emozione ci hai fatto rivivere una parte bellissima della nostra infanzia con il tuo racconto.
  • Monica: Gloria il tuo racconto mi ha fatto fare un tuffo nel passato quando anch’io bambina mi aggiravo negli stessi tuoi posti Pia Otello Giulio! e mia nonna Teresa a piazza Padella. Che ricordi!!
  • Quintina: Bravissima Gloria hai descritto benissimo il nostro borgo e tutte le persone che sono ancora vive nei nostri ricordi.
  • Veruska: Bellissimo anche io lo ricordo così.
  • Katia: Abbiamo tutti dei bei ricordi della nostra infanzia trascorsa nel nostro paesello.
  • Anna: Bellissimo racconto ed emozionante.
  • Rosella: Forse tu non mi conosci ma io ho rivissuto tutto ciò che tu hai raccontato e tua nonna Peppe la conosce era tanto simpatica e ho conosciuto tutte le persone che hai nominato è mi è venuta tanta felicità nel ricordare con un po’ di nostalgia; sono la figlia di Franco il falegname grazie per il ricordo.
  • Velia: Bellissima commovente storia complimenti.
  • Anna: Veramente brava, mentre leggevo mi sembrava di vedere i posti da te descritti, lo sai non sono di Cesano ma mio fratello ormai sono quaranta anni che ha il negozio e bene o male conosco quasi tutte le persone che hai descritto anche solo per sentito dire, tua nonna poi una forza della natura! Davvero mi hai complimenti fatto emozionare!!!
  • Sergio: Complimenti racconto di altri tempi molto emozionante!!!
  • Renata: Complimenti un bel racconto di Cesano.
  • Teresa: Grazie Gloria bellissima abbiamo dei ricordi di tutte le persone che hai descritto e di nonna Peppa in particolare sempre pronta con le sue battute a farci ridere brava.
  • Maria Grazia: Bellissimi ricordi.
  • Domenico: Bellissimo… un racconto davvero emozionante…
  • Simonetta: Bellissimo, con le lacrime ho ricordato la mia infanzia… poi ho sorriso ripensando ai dispetti che io e tua madre facevamo al falegname Giacomo.
  • Barbara: Gloria e chi la dimentica!!! Lei Ida Peppa e nonna erano amiche!!! Le giornate che ho passato con loro non le dimenticherò mai!!! Ho raccontato tutto a mia figlia nei dettagli come se l’avessi fatto ieri!!! Da Giacomo ci passavo i pomeriggi!!! Poi per non parlare da Ania e da Fiorentino!!! Sempre nel mio cuore.
  • Francesca: Bravissima Gloria, non ti nascondo che mi sono emozionata e rattristata nel leggere il tuo bel racconto. Quanti ricordi belli del nostro paesino.
  • Elisabetta: Veramente bello tutto ciò che hai detto descritto luoghi persone tanti bellissimi ricordi complimenti.
  • Carlo: Io sono il genero di Pio Ranuzzi, il marito di Maria Grazia mi ricordo anch’io delle persone che hai citato è stato un bellissimo ricordo. Grazie.
  • Alvaro: È un vero libro è una storia vera che tanti come me hanno vissuto questi periodi; non nascondo che mi sono emozionato nel leggere questi racconti
    bellissimi: complimenti Gloria.
  • Gabriella: Grazie di avermi fatto rivivere il mio passato. Complimenti!
  • Angela: Mamma mia che emozione!!!
  • Sergio: Bellissima… La signora Maria che citi complimenti sulle scale a borgo di sotto era mia suocera.
  • Simonetta: Gloria chiedi a tua mamma cosa combinavamo.
  • Marina: Brava Gloria… veramente emozionante e ci hai fatto ritornare indietro con i tanti nostri ricordi di infanzia. Simonetta quanti ricordi… eravamo le ragazzine più pazzerelle del paese e ci divertivamo tantissimo.
  • Lucia: Complimenti Gloria. Sei stata veramente brava… mi hai fatto percorrere il passato che rimpiango… che bei ricordi. Don Giulio mi insegnava religione alle medie… con la sua entrata in classe sempre a testa bassa ed il suo saluto che era…: “non ciancicate”… ed ho conosciuto tutti i personaggi da te descritti… ed i giorni di ritiro per la 1ª comunione dalle suore nel castelletto…??? … etc etc. Comunque, grazie Gloria, anche se mi hai lasciato con tanta malinconia nel cuore… e ti dico che bei tempi..!!!! Noi si che con poco eravamo felici…

Fermata ATAC

ASL e sede Municipio XV

Scuola Media Michele Perriello

Crocifisso del crocevia

Sampietrini

Casa padronale Chigi (Silj, Di Paola)

Monumento ai Caduti

Piazza Padella

Fontana di Piazza F. Caraffa

Prima era l’alimentare del paese

Qui c’era l’ufficio postale

Facciata della parrocchia di San Giovanni Battista (s. XVII)

Scalette di Via della Chiesa

Scalette di Via della Fontana Secca

Gabinetti nei balconi

 

red. 14.03.2022
agg. 15.03.2022 11.15h

 

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