15/07/2012: dall’omelia di d. Giovanni
…cinquant’anni fa…
MEMORIA come il PRESENTE del PASSATO proiettato nel FUTURO
Saper dire Grazie
Desidero, in questa omelia del cinquantesimo, sottolineare alcuni testi biblici tratti dalla lettera di Paolo Apostolo agli Efesini della liturgia odierna e dal Vangelo di Luca, che sento particolarmente educativi, da parte di Gesù, per la nostra vita cristiana.
RENDERE GRAZIE
Il brano di Paolo è una specie di Inno di benedizione per render grazie a Dio
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
In lui ci ha scelti, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità.
Perciò anch’io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti, non cesso di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui.
Lettera agli Efesini 1, 3-16
E GLI ALTRI NOVE DOVE SONO?
Il brano evangelico è un invito a saper dire grazie.
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti».
E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!».
Vangelo di Luca 17,11-19
Il bisogno di dire Grazie
Sento vivo il bisogno di fare mio il richiamo del Signore Gesù a saper ringraziare e a rinnovare con cuore commosso il profondo senso di gratitudine che dobbiamo far crescere nella nostra vita per la consapevolezza di aver continuamente ricevuto e di ricevere senza fine.
La Parola di Dio ci educa alla gratitudine
Uno dei nostri limiti è certamente quello di non sapere dire grazie. Per questo la Parola di Dio ci richiama a questo dovere, a questa gioia, a questa maturazione.
Le Scritture ci educano incessantemente alla capacità del ringraziare:
“Non trascurare di ringraziare”
Tobia 12,6
“Ringrazia il Signore con tutta la voce”
Tobia 13,7
“Io ringrazio continuamente il Signore per voi”
I Corinti 1,4
“Ringrazia con gioia”
Colossesi 1,12
Aiutami Signore a dire grazie
Aiutami Signore a riconoscermi indigente.
Aiutami Signore ad avere bisogno di te.
Aiutami Signore a tendere le mani per chiedere auto.
Aiutami Signore a non sentirmi autosufficiente.
Aiutami Signore a capire quanto io debba essere grato.
Aiutami Signore a superare la paura del grazie che reclama altri grazie.
Aiutami Signore nel desiderio di dare ancora di più di quanto si è ricevuto.
Dico grazie
Rendo grazie a Dio per i miei genitori, per avermi donato come genitori mamma Nerina e papà Guglielmo.
E dico grazie come figlio a mia madre a mio padre per l’immenso amore donatomi in tutta la loro vita, che ora continua nella casa del padre.
Rendo grazie a Dio per le mie sorelle e miei fratelli.
E dico grazie a ognuno di voi per l’affetto infinito che c’è tra tutti noi.
Sono grato
Sono grato ai miei sette Vescovi, di questi cinquant’anni, specialmente a Tisserant che mi ha teneramente sostenuto negli anni della mia formazione.
Sono grato alle comunità dove sono stato chiamato a svolgere il mio ministero per l’accoglienza, l’aiuto e l’infinito affetto che mi è stato sempre gratuitamente donato, oltre ogni mio merito: Santa Marinella, Tragliata, Cesano, e l’intera diocesi.
Sono grato verso tutti e verso i singoli.
Sono grato a Don Giulio Massimi, mio parroco dell’infanzia, che cinquant’anni fa preparò con impareggiabile entusiasmo l’evento della Ordinazione e Prima Messa.
Sono grato a don Carlo, amico straordinario di questi cinquant’anni, presente alla mia ordinazione qui come avete ben potuto costatare.
Sono grato a don Federico – e a quanti hanno preparato questa festa- per questa giornata vissuta in gioiosa amicizia con tutta la comunità di Cesano.
Ringrazio chi è venuto dalle altre parrocchie dove sono stato nei vari anni e la piccola rappresentanza addirittura del mio paese nativo, Ancarano.
Sono grato al Signore e alla Chiesa per i 50 anni del Concilio Vaticano II
Infine una commovente memoria mi rende particolarmente felice:
11 ottobre 1962, tre mesi dopo la mia ordinazione sacerdotale, iniziava il Concilio Vaticano II i cui lavori sono iniziati il 25 gennaio 1959.
Sono grato ai papi del Concilio Giovanni XXIII e Paolo VI e a tutta la Chiesa del Concilio: ai padri conciliari, ai periti,agli studiosi,
a tutto il popolo di Dio di quel tempo per l’esperienza illuminante di quegli anni.
E a tutti gli sforzi della Chiesa del post- Concilio e a chi mi ha insegnato a misurarmi in modo eminente non solo con ogni parola umana e con ogni segno, ma anche con un’altra parola, cioè la Rivelazione.
È infatti altamente significativo per me accomunare la gioia e la festa dei miei cinquant’anni all’evento Concilio, illuminante apertura della Chiesa verso il mondo a cinquant’anni dal suo inizio.
Grazie a voi
Grazie a voi che siete qui oggi intervenuti per dimostrarmi la vostra amicizia.
Vi ringrazio uno un uno.
Grazie a quanti qui al Borgo avete preparato cinquant’anni fa quell’evento e ringraziando Dio siete qui ancora a fare memoria con me…
Grazie a quanti, le foto del tempo ce lo ricordano, erano presenti in quel lontano 15 luglio e ora lo sono parimenti dalla casa del Signore…e che in questa Santa Messa del cinquantesimo desidero ricordare uno ad uno…
Con ciascuno di voi c’è una storia ricca di stima, di vera amicizia, di preziosa collaborazione come i collaboratori più stretti dei Consigli pastorali nei vari periodi dei vari ministeri,Uffici vari diocesani,il Comitato per la costruzione della Chiesa di San Sebastiano, l’Ufficio Catechistico diocesano e i Catechisti della diocesi, l’USMI diocesano per la Vita religiosa e la vita Consacrata…
Tutti, tutti i più diversi collaboratori e amici di anni dolorosi e gioiosi, ma sempre pieni di grazia.
Grazie a quanti mi sono vicini in questo momento pur lontani fisicamentei nostri cari defunti intendo…
molti di questa foto sono di là a seguirci…
A voi mi rivolgo con affetto e con commossa riconoscenza…
Ora il nostro dovere è pensare.
Ora il nostro dovere è sognare, dopo i tanti doni ricevuti.
Ora è il tempo di ringraziare,
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